Mille Miglia, Mille Storie.
Arrivo puntualissima, in netto anticipo nei confronti della prima macchina.
Sento vociferare che "finiranno di arrivare dopo la mezzanotte" penso..."ma che davvero?" Ok, batteria del cellulare a niente, unica cosa da fare, staccare la connessione dati, fuori dai social ma perfettamente sul pezzo. Arrivo e cerco facce note, vengo sballottata di qua e di là da chi non capisce cosa cerco. Poi li trovo, lounge Mercedes, proprio sotto Castel S. Angelo.
Due, tre foto, giusto per dire "ehi io sto qui stasera" poi guadagno un morbido cubo bianco, mi siedo e inizio a scrivere. Intorno a me il mondo.
Tanta gente, alcuni famosi, altri molto famosi (tipo Martina Stella, tipo) io, nel mio di mondo, fatto di pensieri e di scrittura.
A volte mi prende così, vivo una situazione e mentre la vivo già voglio scriverne, come se vivendola la raccontassi a me stessa.
Mentre aspettiamo che la Mille Miglia arrivi fisicamente dalle nostre parti, per poter godere dello spettacolo delle auto in passerella, incontriamo i protagonisti e il regista del film che ha preso spunto dalla Mille Miglia: Rosso Mille Miglia, che ha come protagonisti Martina Stella e Fabio Troiani, per la regia di Claudio Uberti, un film nato da immagini reali della Mille Miglia dello scorso anno, poi montate l'estate scorsa per dar vita a questo progetto cinematografico che verrà proposto in anteprima nel Padiglione Italia il 15 Ottobre (EXPO 2015)
Ma una delle vere protagonista del film e un'ali di gabbiamo, nome d'arte della famosa Mercedes 300 SL, stupenda e fascinosa come una bella donna, la macchina guidata (e bramata) da Troiani.
Poi un pensiero da parte del presidente della Mercedes Italia, Ronald Shell, che simpaticamente si preoccupa di valutare la richiesta dell'attore principale di avere in dono l'ali di gabbiano guidata per tutto il film. Tentar non nuoce, non sia mai fosse fortunato (o, come diciamo a Roma " magari ce cascano!")
A quel punto, dopo le foto di rito l'attenzione si sposta sulla passerella, sulla quale godiamo, dal lounge, di un' ottima visuale. Io soprattutto, finita in pole position dopo un paio di furbi driblaggi, mi posiziono bene e mi attrezzo: Sony x le foto, Sony per le condivisioni (sono devota alla Sony, si vede?) sgabellino alto non sia mai mi stancassi di star in piedi, scatto, twitto, instagrammo per mezz' ora. Poi mi giro. Dietro di me cinque (che diventeranno dieci) uomini in piedi che mi odiano perché ho rubato una postazione ma si sa, chi prima arriva....
E ad un certo punto arriva. La prima auto. Una Ferrari, poi due, poi tre, quattro, cinque. Ho la storia del lusso e del genio italico che sfila davanti a me con nonchalance, guidata da uomini di ogni età, è emozione, vera.
Dopo le Ferrari arrivano le Mercedes. Una di queste me la sarei portata a casa, una a caso intendo...
Io non sono una donna patita di motori, ma la Mille Miglia mi affascina da anni, da quando ho iniziato a vederla percorrere la Via Cassia il Sabato Mattina, in direzione Viterbo, io che non ho mai avuto un Sabato mattina libero per seguirla e goderne. È sempre così, quando non puoi avere una cosa è il momento che la vuoi. Oppure, semplicemente, ci siamo incontrate ( io e la Mille Miglia) nel momento sbagliato, quando non potevo per motivi di lavoro.
Stasera invece, sono qui per tutte loro, sembra che sfilino una ad una per me, belle, alcune bellissime, prima le più veloci e moderne poi le storiche, le auto di epoca passata, quelle con fari grandi, sedili in pelle, buffe ruote che somigliano tanto a quelle delle biciclette, carrozzerie alte e imponenti, colori storici: Bugatti, Torpedo e via dicendo.
Stasera poi, la Mercedes festeggia Stirling Moss e Hans Herrmann che tornano a guidare la 300 SLR in memoria della
leggendaria vittoria del 1955. Sessanta anni fa, infatti, il giovane
pilota inglese Moss e il copilota Jenkinson,
vincevano la Mille Miglia proprio a bordo di questa Mercedes. Un avvenimento da ricordare, un occasione da commemorare.
Una cosa mi ha chiarito questa serata, le auto sono femmina. E non è una questione di grammatica italiana, le automobili sono femmina per la loro estrema sensualità, il piacere di apparire, di essere, il piacere di mostrarsi, le automobili stanno lì, si fanno guardare e gli uomini ne sono irrimediabilmente attratti, rovinati a volte ma sempre attratti, come la falena bruciata dalla lampada.
Quando vado via ci sono ancora macchine che aspettano lungo il serpentone delineato dalle forze dell'ordine.
Nella notte si vedono solo i fari accesi che contrastando l'oscurità illuminano se stessi e accecando la vista del resto.
Fremono, tutte, per farsi guardare, perché a momenti sarà il loro turno di farsi ammirare, ancora e ancora, come in ogni altra tappa che le ha portate da Brescia a Roma e le riporterà a Brescia.
Poi la fine, per quest' anno, ognuna tornerà a casa, che sia Roma che sia Londra che sia vicino o lontano, per poi migrare di nuovo verso Brescia tra un anno, un grande stormo fatto di lusso e storia insieme che si muove per il piacere proprio ma anche e forse soprattutto, per il piacere di chi, nel suo piccolo, incappa in loro e sogna, un secondo anche, di poterne guidare una sola. Perché in fondo sognare non costa nulla.
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