Scrivere


Il mio cane, tempo fa, è stato ferito gravemente da un cinghiale
Il buco che gli ha lasciato sul sedere era largo pressappoco due centimetri e mezzo. Era aperto e non poteva essere chiuso con punti di sutura perché - ci han detto - c'era bisogno che spurgasse.
E spurgava. Spurgava siero rossiccio, a volte pareva fango. Lo faceva continuamente e noi lì, ogni momento possibile, ad asciugarglielo via con le garze sterili.
Spurgando, il corpo del mio cane è guarito dal male che aveva dentro. Ha smesso di tirar fuori siero, il bozzo dell'infezione della ferita si è sgonfiato, il foro si è richiuso, il pelo sta oramai ricrescendo e tutto è tornato a posto.
Perché vi dico questo? Perché scrivere è come spurgare
Quante volte mi sono trovata davanti un file vuoto che ho riempito di parole sensate, a volte sensate solo per me o per un altro paio di persone, a volte parole che non pubblicherò mai o che nessuno leggerà mai, a volte parole che poi ho cancellato perché erano troppo forti e avrebbero solo fatto del male. 
Quante parole scritte per rabbia, per desiderio, con dolcezza o con la voglia di capire se stessi, o parole scritte perché si è capito.
Tirare fuori quello che si ha dentro e scriverlo, lasciando che non sia il ragionamento ma la mente leggera a guidare le mani sulla tastiera fa sì che alla fine ci si ritrovi con davanti se stessi senza saperlo, fa sì che in quelle righe ci sia una bella fetta di noi.
Spesso mi è capitato di scrivere perché era l'unica cosa che riuscivo a fare. Quando nella mente c'era così tanto caos che andava riallineata al corpo e al mondo, quando era così piena di gioia che non riuscivo proprio a contenerla e dovevo farla esplodere altrimenti sarei finita a correre urlandola, quella gioia, quando ero così piena di dolore che solo sanguinando dentro un file riuscivo a placarlo, quel dolore.
Scrivere è un aiuto e spesso è fine a se stesso
Quante volte rileggo ciò che scrivo (appena dopo averlo scritto), credo decine. A volte lo rileggo per narcisismo, altre volte - la maggior parte - per comprendere io stessa "ma cos'è che ho scritto? famme vedè un po' " perché davvero, a volte quando inizio a battere sulla tastiera non solo non so dove andrò a parare, ma non sembro nemmeno io, forse - alla fine - è vero...quella che scrive, non sono io, è la parte migliore di Nàima. Prima di tutto perché scrive e non parla.

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