Eccolo qua, questo è Obikà!



Eccomi qua, a qualche giorno di distanza dall'incontro svoltosi, con altri nove food blogger romani, da Obikà, un ristorante - o meglio dire un Mozzarella Bar - in Piazza Campo dei Fiori, una delle piazze più antiche di Roma, piene di tradizione e di storia.
A dir la verità questa non è l'unica sede di Obikà, ce ne sono svariate, a Roma, in Italia e nel Mondo, ma è proprio in quella al civico sedici della caratteristica piazza che ci siamo ritrovati tutti un giovedì sera, su invito della direzione del locale stesso, per provare il nuovo menu autunno/inverno 2013/2014, e dire la nostra, senza remore  e senza vergogna.


Divisi in due differenti tavoli abbiamo assaggiato, degustato, sorseggiato, brindato, ma anche riso, sorriso, scherzato e giocato.
Una serata intensa di divertimento e di gusto.
Prima di tutto vi chiarisco una questione che riguarda il nome del locale. Non è giapponese, non è nemmeno asiatico e non indovinereste mai che origine ha. Napoletana. 
Perchè "obikà" a Napoli si usa per dire "eccolo qua!" a qualcosa di sorprendente, per dirlo - per esempio - per indicare una bella mozzarella di bufala campana DOP appena fatta, tanto per fare un esempio e farvi aumentare la salivazione.


La mozzarella, appunto, è stata proprio lei la regina del menu, la musa ispiratrice che ci ha traghettati durante tutta la degustazione. Ma andiamo in ordine.
La cena è iniziata con un tagliere di salumi, ma non pensate a "du' fette de prosciutto, una de speck e una de mortazza" No!

  
  • Capocollo di Martina Franca
  • Prosciutto Nero del Nebrodi
  • Culatello di Zibello
  • Prosciutto Bazzone
  • Mortedella di Prato (e si, non son qui a far la splendida, nemmeno io sapevo che a Prato si producessero mortadelle)
Mi credete se vi dico che non saprei dirvi quale m'è piaciuto di più? Ecco, credetemi. 
A far da cornice, una caponatina alla siciliana da leccarsi i baffi.


A seguire poi, è arrivata la degustazione di mozzarelle. E' a questo punto che ho capito che la mozzarella, da Obikà, la prendono veramente sul serio, non che il nome "mozzarella bar" non mi avesse già fatto venire dei dubbi ;). C'erano cinque differenti tipologie, dalla Stracciatella di Burrata alla Ricotta di Bufala, passando per la Paestum dal gusto delicato, la Volturno dal gusto deciso e l'Affumicata dal gusto molto deciso e il bello è che, per degustarle appieno, bisognava seguire proprio quest'ordine, partendo dalla più delicata (la burrata appunto) per finire a quella dal sapore più forte (l'Affumicata).


 E così ho fatto, limitando i gemiti di piacere che provavo ad ogni boccone, per non sconvolgere gli altri commensali, ma vi assicuro che - il mio palato - ha goduto tantissimo!
Oltre a salumi tipici e mozzarelle dop, ho scoperto che da Obikà si gusta volentieri anche la pizza, che seppur non cotta nel forno a legna beneficia di un impasto leggero, a lunga lievitazione e perfettamente digeribile (e non è certo un caso, visto che il buon vecchio Gabriele Bonci c'ha messo lo zampino) e dei migliori prodotti per il condimento: grana di Bufala, mozzarella di Bufala Campana dop e pomodoro bio per quella che si è rivelata essere la mia preferita


Funghi porcini trifolati e Tartufo Nero 

e N'Duja di Spilinga con stracciatella di burrata e pomodoro biologico (reggetevi forte, io che non amo il piccante l'ho mangiata trovandola anche molto buona, il che fortifica la mia idea che delle eccellenti materie prime sono tutto in cucina).


Dopo l'assaggio di pizza siamo poi passati ai primi.
Due le proposte: Mezzi Paccheri di Gragnano 'Pasta Gentile' alla Sorrentina con pomodoro bio "la Motticella" e mozzarella di bufala


e Orecchiette della stessa marca e tipologia con broccoli, acciughe di Cetara, olive infornate e pecorino romano dop. 
 

Ammetto che qualcosa da ridire qui l'ho trovato. Le orecchiette erano fredde e nessun sapore riusciva a prevalere per caratterizzarle, mentre i paccheri erano un poco avanti di cottura. Anche se la marca della pasta era di tutto rispetto, questi inconvenienti hanno rovinato i piatti, unica nota la salsa dei paccheri, semplice ma "efficace" al palato.
E i secondi? non dimentichiamoci dei secondi.


Un petto di pollo ruspante con tartufo nero di Norcia (un poco sapido per i miei gusti), interessante accostamento (ve lo dico, non ingelositevi, amici di Obikà, io questo provo a rifarlo a casa) servito con del radicchio "pinolato", licenza poetica per indicare "con aggiunta di pinoli tostati" forse un cicinin troppo su in asprezza.
Come pesce uno spada in guazzetto che m'ha convinta (apprezzo la preparazione pur non essendo amante dei pesci al pomodoro) con aggiunta di riso venere, cotto a puntino (e chi lo usa lo sa, quanto sia difficile trovare il giusto punto di cottura per questo riso).
Siamo arrivati ai dolci praticamente satolli e molto allegri anche grazie al vino bianco con cui si è pasteggiato. Io mi son salvata dall'ebbrezza grazie alla mia intolleranza ai solfiti, che ha commosso il gestore del locale - quasi fosse una malattia incurabile - fino a fargli ordinare un paio di bottiglie di birra "Sei" della Lurisia, marca di bibite, acque e birre artigianali che adoro. vi ho mai detto che la birra la reggo benissimo? Bé due bicchieri di questa son andati giù con piacere!
Vi parlavo dei dolci giusto? Bé vediamo in breve, che oramai sarete stanchi ed affamati a forza di leggere e di vedere foto.
La torta caprese. Da ordinare assolutamente. Morbida, ariosa, "da paura" (veramente interessante [n.d.b.])


Monte bianco artigianale. Un gusto troppo neutro, cucchiaino dopo cucchiaino non spiccava il volo, ma credo sia ancora un pulcino, c'è spazio per un miglioramento.


La crema di cioccolato e nocciole. Un sapore troppo persistente per un fine pasto, così luculliano poi, e per questo non ha passato il mio esame.


Dulcis in fundo la crema di ricotta e miele. Belli miei questa ve la copio, devo solo decidere se prima o dopo il pollo. Un dolce così semplice e così buono da non passare inosservato.

Di questa lunga serata mi resta un piacevole ricordo, quello che mi ha colpito è stata la grande attenzione agli ingredienti delle ricette, materie prime di tutto rispetto, ricercatezze che non t'aspetti, non a caso Obikà è entrato a far parte nientepopodimeno che dell'Alleanza Cuochi e Pizzerie Slow Food, e quando entra in gioco Slow Food, vi assicuro, da food blogger e soprattutto foodie quale sono, che la qualità è al primo posto.  L'Hai capito 'sto Obikà!

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