Primitivo del Salento & Ciambellone allo yogurt

 


 
Tu chiamale (se vuoi) alchimie. Càpitano, semplicemente. Come direbbe mia madre "Càpita, capitàno!" 
E quando (ac)cadono è una bella sorpresa, un guizzo allegro, un sorriso improvviso. 
Tu chiamale, (se vuoi) alchimie alimentari. Eh sì, non è che ci son rimaste solo queste, è che il cibo non stanca. Mai. 
Il cibo ti nutre, ti spiazza, ti innamora. Però io so de parte, a me - domande sul cibo - non me ne fate, potranno uscir dalle mie labbra solo parole di puro amore, pesantemente ricambiato poi, perchè il cibo, anche lui mi ama come lo amo io. 
Ah, che belle, le storie d'amore ricambiate, non trovate? 
Per oggi basta parlar d'amore, oggi voglio sfidarvi, voglio stuzzicare la vostra curiosità.
Avvicinatevi alla tavola, nel senso lato, con aria gioiosa e giocosa, fatevi rapire dalla sperimentazione, impiastricciate, sporcatevi le mani, sporcatevi la faccia, infilate le dita negli impasti sodi, stringete i pugni e guardateli sfuggir via. Create materia godereccia.
Dai, provate, create accostamenti, nuovi gusti, nuovi sapori, sperimentate e vedrete che vi piacerà.
 
A me è capitato, per puro caso, un giorno che ero con davanti una fetta del ciambellone allo yogurt di mamma (di cui vi avevo dato la ricetta tempo fa) e - invece di mangiarlo così com'era - l'ho pucciato nel vino che avevo davanti. 
Mi è piaciuto, santa miseria se mi è piaciuto!
Era un Primitivo del Salento e non lo ricordo perchè io abbia una memoria di ferro, bensì perchè ho fotografato l'etichetta, perchè se la combo ciambellone dolce/vino rosso era buona, nulla - per poter ricreare quel mix - poteva essere lasciato al caso. 
 
E guardami negli occhi, ti sembro sempre quella
Che vuole ad ogni costo la felicità?

 
 

Share this:

COMMENTS