Vivere il cibo - tavola rotonda del 4 Novembre 2016. Senato della Repubblica

 

E' stato il 4 di Novembre, un Venerdì pomeriggio in cui non ero fagocitata dai miei impegni soliti. 
Mi sono recata di buon grado in centro, al Senato della Repubblica, invitata da CIR Food ad assistere alla Tavola Rotonda che vedeva come protagonisti i servizi per la ristorazione pubblica.
Il titolo era eloquente: TAVOLA PUBBLICA un anno dopo. Come si comprano i servizi di ristorazione in Italia.
Lo svolgimento è stato senza vie di fuga.
I servizi per la ristorazione pubblica si comprano basandosi sul massimo ribasso che cozza - ovviamente - con il mantenimento della qualità.
Insomma, da giornalista, da foodie, da blogger posso dirlo: è uno schifo.
Il minimo prezzo non è qualità, è "il minimo" della qualità.
La qualità invece costa, benvenuti nel mondo, miei cari politicanti, che parlate politichese e mangiate alla mensa del Senato (lettori adorati, googolate "mensa del Senato" e vedrete le leccornie, i prezzi stracciati, la qualità altissima di cui godono) 
Ma per gli ospedali, le ASl, le scuole, le grandi aziende non c'è lo stesso parametro di "delizie/qualità/prezzi pazzi/mamma che buono/ figa che pasti!"
Per loro c'è un appalto con prezzi bassi e qualità ah-ah-ah.
E allora la CIR che fa? Beh, non partecipa alle gare, semplice, no? Perché farsi prendere in giro? perché scervellarsi cercando di far vincere la qualità del cibo offerto, quando a vincere sono i poteri forti, le scelte controsenso di una gara al ribasso?
Si è parlato, il 4 Novembre, con la professionalità di Luca Telese a moderare il tutto, con la voglia di dire degli altri ospiti intervenuti (ALESSANDRO BOTTO Avvocato del Libero Foro e Docente universitario Luiss, ARTURO CANCRINI Avvocato del Libero Foro e Docente universitario Tor Vergata, CORRADINO MICHELE Consigliere di Stato e Commissario ANAC,
EUGENIO DALLI CARDILLO Avvocato specializzato in contrattualistica Pubblica e Appalti,
GIULIANO GALLINI Direttore Commerciale e Marketing CIR food) è stata una tavola rotonda interessante, stimolante, amara. 
La speranza, quella "tizia" che pare sia sempre l'ultima a morire, è che ci ritroveremo, nel 2017, per la terza tavola rotonda, a compiacerci di come tutto sia ora sistemato, di come i criteri di assegnazione siano ragionevoli, di come quelle carote che devono essere lunghe 8 cm (non sei, non dieci) siano solo un buffo ricordo di un'Italia che ora non c'è più, sostituita da un'Italia che funziona, che premia la qualità al giusto prezzo, che nutre le nuove  e attuali generazioni con prodotti bio, che ha la possibilità di dare il meglio di sè e far dare il meglio anche alle sue imprese, aziende e  - di seguito - dipendenti.
Un'Italia così, un progetto cosà, da cui ci sveglieremo, domani, tutti sudati... perché solo di un sogno si trattava...ma un sogno bellissimo che non smetteremo di fare. 

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