Viziati sentimentali
Eh lo so, per l'ennesima volta anche in questo post non parlo di cibo ma forse è perché un giorno, magari... volendo... smetterò di scrivere di cibo, magari scriverò sulla la pace nel mondo o la difesa dell'ambiente o il rispetto tra esseri umani, insomma, sento di avere una spiccata propensione verso le cause perse.
Esistono, sono pochi ma sono tra noi.
Sono i viziati sentimentali.
Non sono cattive persone, spesse volte non sanno di essere dei "viziati sentimentali", non lo sanno fin quando qualcuno non glielo fa notare. A quel punto la reazione più probabile è l'immobilismo. Scoprire di essere "solo" dei viziati sentimentali li spiazza, li incuriosisce anche ma poi li rende coscienti delle conseguenze del loro essere e questo, infine, li sconvolge.
Ma i viziati sentimentali hanno un asso nella manica. Sono viziati. E come tutti i viziati sono più forti, si nutrono dell'amore che gli altri provano per loro.
Loro, i viziati sentimentali, non hanno mai fatto fatica a farsi amare.
Tutti li amano. O quasi.
La famiglia, gli amici, gli amori, i colleghi, gli estranei che incappano in loro. Hanno un'aurea, un qualcosa che fa si che la gente ne sia attratta, sono di quei tipi a cui non si resta indifferente, procurano emozioni, grandi simpatie o antipatie a pelle, ma comunque emozioni. Forti.
Per esserlo, viziati sentimentali, bisogna avere qualcosa in più degli altri, un plus che distingue. Non si tratta di essere più belli, ma di avere una luce, un qualcosa che distingue e che in breve o alla lunga li fa apparire desiderabili, sotto un qualsiasi punto di vista.
I viziati sentimentali pensano che tutto gli sia permesso semplicemente perché mai nessuno gli ha detto "ma anche no!"
Amati senza meritarselo troppo, stimati senza faticare quotidianamente, ammirati vivendone di rendita. Tutto troppo facile, può durare venti, trenta, quarant'anni ma non può durare per sempre. E così arriva, arriva il muro contro cui si schiantano, prima o poi, tutti i viziati sentimentali.
E' come un crash test, solo che non è un test, è vero, succede realmente. E l'immobilismo di cui sopra è la reazione causata dal pensare "no, non io, non a me. E' impossibile". E invece anche sì.
Ora.
Dopo il "botto" ci sono due tipologie di reazioni: la più semplice è la chiusura.
- "Io ho ragione, tutti voi torto, tornate ad amarmi come prima/troverò chi mi ama come prima/non si può non amarmi come prima."
La seconda, che svela i viziati sentimentali con un cuore oltre che un ego, è più lenta, dolorosa e ragionata.
Si fermano per... pensare. Per riflettere. Su se stessi. E per la prima volta nella loro vita mettono in dubbio il loro agire, chiedendosi stupiti "ma che davvero la/lo sbagliata/o sono io?"
In molte terapie si dice che la presa di coscienza è il primo passo verso la guarigione di sé. Chiedersi se si è sbagliati porta con se una valanga di domande.
- e se non fosse così scontato amare tutto di me?
- e se domani le persone che mi amano, semplicemente, si esaurissero?
- e se ci fosse qualcosa in me che non permette agli altri di amarmi davvero?
- e se fosse tutto un bluff?
L'autocritica che è alla base di queste domande porta a responsabilizzarsi circa i propri atteggiamenti. I viziati sentimentali cominciano a svestirsi dei loro panni di viziati e, cosa dolorosissima, provano a indossare quelli di chi gli sta di fronte. E lì, un ennesimo crollo. Quanto fa male comprendere quello che si fa e come lo si fa. Si percepiscono le mancanze, le inadeguatezze affettive, le crudeltà dettate dalla leggerezza, gli spari di sentenze riecheggiano e feriscono come palline da tennis sparate a raffica contro un principiante privo anche di una racchetta che possa aiutarlo a rigettarle lontano.
Inermi, i viziati sentimentali si immedesimano nell'altro da sé. Respirano, soffocando, le loro stesse sentenze, non trovano aria nei loro stessi giudizi affrettati, non si lasciano pensare e parlare.
Se a quel punto riuscissero a piangere di sé stessi, sarebbero salvi. Ma la percezione via via aumenta e gli esempi gli saltano al collo, soffocandoli sempre più. Se solo riuscissero a piangere...
Viziati sentimentali all'ascolto, credete a me, a voi non è mai bastato contare fino a dieci, perché potreste anche farlo in ostrogoto, o in cinese, pur non conoscendoli, l'ostrogoto e il cinese; non è mai bastato, a voi, chiudere l'orifizio che tenete in volto per non far uscire delle parole che tanto, prima o poi, farete uscire. Solo l'auto consapevolezza vi salverà e, contraddicendo il solo titolo di un film "nessuno si salva da solo, ma invece voi potete farlo. Vi basta volerlo davvero. vi basta sapere, che ne vale la pena".
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