(Che culo, ecco l'ennesimo post su) i buoni propositi per il 2017

- Ma se ti fanno paura le falene perché le prendi in mano e le fotografi pure? 
- Perché solo così le sconfiggerò, le mie paure...

Questo 2016 ha fatto un po' schifo.
Schifo nella misura in cui poteva essere bello e invece no. Semplicemente così.
In questo 2016 ho perso tante persone e ne ho guadagnate tante altre. Belle.
Mi sono però convinta che devo continuare a perdere, a lasciar andare, per contornarmi sia di persone vere, sincere, "cuorose", sia di amici che mi vogliano davvero bene (sono due cose differenti ma importanti entrambe) per cui ho deciso di non fermare chi scivola dalle mie mani.
Cantava Tiziano Ferro (e solo a nominarlo mi vengon le lacrime agli occhi, perché Tiziano è legato a tanto, forse troppo, di quel che c'è nella mia vita) "Conti ferito / Le cose che non sono andate come volevi [...]" e sono proprio queste cose che faccio scivolare via dalle mie mani, allento la presa - con dolore, a volte - altre con rabbia e le lascio andar via da me.
A chi resta, vicino anzi vicinissimo, dedico il mio 2017, i miei propositi, il mio amore e la mia amicizia, quando amore significa volersi davvero bene e amicizia significa "starsi insieme".
Ed è pensando a loro, ai miei amici, che sono le fondamenta della giornata di una single come me, che scrivo alcuni dei miei buoni propositi. 
In rigoroso ordine sparso:
  1. Organizzare quelle che chiamerò "cene social-i" per far conoscere amici che non si conoscono ma che - suppongo - potrebbero trovarsi simpatici. Non voglio trasformarmi in un'agenzia matrimoniale, questo lo prometto, è solo per mettere insieme persone, farle parlare, farle stare bene così come io sto bene con ognuna di loro.
  2. Assaggiare la pajata e gli insetti (o qualche bella larva arrostita). Possibilmente non nello stesso pasto.
  3. Ballare. Tanto. Di nuovo. E non smettere.
  4. Vedere le persone che non riesco mai a incontrare o che non incontro da tanto tempo. La vita è una, è adesso e allora beh, sforziamoci di venirci incontro...
  5. Leggere non tantissimo ma - semplicemente - di più.
  6. Volare. Possibilmente su un volo di linea.
  7. Fare pace con la cucina. In realtà sta già avvenendo (devo tutto a un folletto e qui leggete di cosa sto parlando) ma fino a quando non tornerà ad essere naturale come bere un bicchier d'acqua non smetterò di pensare che il mio rapporto con la cucina si sia compromesso tanto tempo fa e non mi riterrò "completamente guarita".
  8. Viaggiare ogniqualvolta mi sia possibile. Non pretendo di circumnavigare il Globo o di esplorare la tundra argentina né il deserto sahariano. No, mi basta prender l'auto (o il treno) ogni volta io possa farlo e scoprire le bellezze del mio paese.
  9. Fare un corso di avvicinamento e conoscenza sulle birre. Ho già il nome, il costo, il dove, mi manca solo il quando ed è per questo che sono eccitata come una bambina davanti a un albero di Natale colmo di regali per lei.
  10. Fare un corso del programma "voce e comunicazione" dell'Associazione Culturale Melograno Arte. Se solo i nostri orari combaciassero...
  11. E poi la cosa più difficile (roba che a confronto, circumnavigare il Globo, si trasforma in una passeggiata di salute. Amarmi, quando amarmi significa darmi un valore, credere in questo valore, "dignitizzare me stessa" come l'essere cazzuto e speciale che io sono (a sentire alcuni) e che io non sempre dimostro di sapere di essere. Amarmi, quando amarmi significa - anche - saper lasciar scivolare via...

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