...e poi fate l'amore


E poi fate l'amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo i baci lenti sulla bocca,
sul collo, 
sulla pancia, 
sulla schiena, 
i morsi sulle labbra, 
le mani intrecciate, 
e occhi dentro occhi. 
Intendo abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, 
corpi incastrati e anime in collisione, 
carezze sui graffi, 
vestiti tolti insieme alle paure, 
baci sulle debolezze, 
sui segni di una vita che fino a quel momento era stata un po’ sbagliata. 
Intendo dita sui corpi, 
creare costellazioni, 
inalare profumi, 
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano allo stesso ritmo, 
e poi sorrisi, 
sinceri dopo un po’ che non lo erano più.
Ecco, 

fate l'amore e non vergognateve,
perché l'amore è arte, 
e voi i capolavori. 

Occhirossopianto 

Ho trovato questa poesia sulla home page di faccialibro, l'aveva condivisa un tizio che l'aveva ricondivisa da un altro tizio che l'aveva attribuita a tale "Anonimo".
Aninimo un par de cuifoli, questa poesia, questo brano, chiamatelo come vi pare è di Occhirossopianto, una blogger che si chiama Sharon, o così scrive, ha 16 anni ed è di Roma, come me. 
Dall'alto dei suoi sedici anni parla con gli assolutismi tipici dell'adolescenza, usa parole che oggi non lo sa, ma non gli appartengono, usa frasi come:
"a me piace da morire essere diversa dal resto del mondo, perché io il resto del mondo lo odio." 
"la vita è la mia e di quello che pensano gli altri non me ne frega un cazzo"


Parla come se avesse già visto tanto e capito il resto, come la tipica adolescente intelligente del terzo millennio, con tutta l'arguzia e l'immaturità che le spetta. 
Acerba. Ma geniale. 
Ha pianto tanto, Sharon, in vita sua, altrimenti non si spiega un nick del genere. 
Ora, mi chiedo, glielo dite voi che non è ancora niente, che troppe lacrime dovrà versare, troppe ingiustizie subire, troppi dolori, vicissitudini, accadimenti superare, in quello che si chiama scorrere del tempo, quella che è detta, in amicizia, vita? Ve ne prego, diteglielo voi, perché io non ne ho il coraggio.
E mentre vive, ignara di tutto, lei, Occhirossopianto, viene qui e ci parla di amore con un'ode al sentimento più sublime, ci parla di fare l'amore e non di fare sesso che è cosa ben diversa, perché il primo è l'atto ultimo che unisce due anime e non solo due corpi e al cui confronto, il sesso è solo il bisogno ancestrale e fisiologico del cercare il piacere in un'altra persona, nulla più di questo. 

Ci parla di amore, Occhirossopianto, tenera lei, mi chiedo come faccia, come riesca, dove trovi queste parole che nemmeno certe donne, mature scrittrici, a volte riescono a trovare, che esperienza potrà mai aver accumulato negli ultimi (ma non stento a credere) infuocati e tumultuosi due o tre anni, cosa le avrà insegnato mai la (sua) vita. 

Mi domando - curiosa - che usi per misurare l'amore, se sia munita di barometro, manometro, quale termine di paragone o cartina tornasole abbia tirato fuori per l'occasione, come possa venir qui a parlarci di amore lei, nata ieri e con una vita, con la sua parte più romantica e stuzzicante, ancor tutta da iniziare.
Sarà per sentito dire? sarà per esperienze proprie? Chissà, ma la cosa mi incuriosisce, e immagino di parlare proprio con lei, mentre ci troviamo, sedute in un café, davanti a una cioccolata calda, (dopo averla vista provare a chiedere un Gin Tonic) mi vedo lì, a porle domande: "tu, che hai solo sedici anni, sai cosa voglia dire vivere una persona? viverla e sentirti dolcemente dipendente dalla sua esistenza? volerla ogni giorno e stupirsi dell'intensità del desiderio? vivere le gioie, i dolori, vivere i giorni di pioggia, il sole dentro e fuori, viverla appieno e per un periodo che vorresti fosse interminabile? Ma tu, Occhirossopianto, dimmi, che ne sai tu dell' amore?"
...

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