Chianciano Terme - Ristopizza Tribeca (ristoche?)

saggezza nei bagni di Chianciano

Aprile è stato un mese così pieno che potevano essere due e ci sarei stata comunque stretta.
Per fortuna Aprile è finito.
Peccato. Peccato perché è il mese del mio compleanno e quindi mi ci sento legata per nascita ma pare che da un paio di anni i miei "Aprile" siano dei mesi un po' così, ma ora c'è Maggio, poi c'è Giugno e alla fine arriverà un altro Aprile che manco te ne accorgi e magari, con il terzo, andrà meglio. Magari.

Ad Aprile sono stata alle terme. Cosa c'è di più bello che andare con la tua sister (di cuore, non di sangue) a rilassarti alle terme? Niente, ve lo dico io.
Metti due donne in una piscina di acqua calda a chiacchierare un intero pomeriggio, manda sulla Terra le sette piaghe d'Egitto tutte in una volta, e poi dimmi se se ne accorgono. Ma anche no!




Quando siamo arrivate a Chianciano (Terme) abbiamo trovato un locale dove placare la fame pre-termale (esiste questo termine? ha un senso? bah!), un locale dove ci hanno servito un fantastico piattone "termale" (lo so, la fantasia...) a base di prosciutto, caprese, salsiccie secche, pomodori secchi sottolio, olive verdi, bresaola, rucola, grana e stracchino, tutto in quantità abbondanti. 
Ecco, diciamolo, non è che chiamarlo "piattone termale" sia proprio una scelta azzeccata. Cioè, tu sei lì che vuoi fare uno spuntino leggero prima di passare un pomeriggio in ammollo e loro ti presentano tutto questo e costringono il tuo stomaco a imparare come si digerisce un pasto completo in acqua calda in quattro ore nette. O forse cinque.


Concluso il pranzo, ammollo, chiacchiere, sette piaghe, macedonie di frutta e romani, tanti romani, romani ovunque.
Mi chiedo, ma siamo un virus? Perché davvero, noi romani, ci trovate ovunque, e non solo: se c'è da far casino, se c'è da alzar la voce, sicuro al 50% che è un romano a farlo. Va beh, pazienza, se non fosse stato per gli antichi di noi, che ne sarebbe - oggi - di tutti voi? (ah, oltre a essere caciaroni siamo anche affetti da deliri di onnipotenza alla SPQR, perdonateci per questo...)

Dopo del tutto, doccia e capelli negli spogliatoi più belli e meglio attrezzati che abbia mai visto in una grande struttura come erano le Terme Theia. Davvero ammirevole, così tanto che a tratti mi chiedevo "ma che davvero siamo in Italia?" Ma sì, e meglio per noi...

Prima di cena una passeggiata per Chianciano. L'ho trovata una città triste, tanto, sarà per il grigio, colore che la domina, sarà per i palazzi, tutti fermi all'architettura di decine (e decine) di anni fa ma tant'è... una cittadina triste che servirebbe giusto radere al suolo e ricostruire da capo per darle nuova vita. Mi piace vincere facile eh?

Camminando siamo incappate in un ristorante (anzi, ristopizza). Ho sempre detestato questi nomi composti "risto-pizza" mi sà di sciatto ma visto che ho deciso di non partire mai più prevenuta (anche se farlo non è male, visto che si rischiano certi camion in frontale che voi non ne avete idea) allora mi son detta "proviamo Nai".

Tribeca, questo il nome del locale, tutto nero e bianco, bello, devo dirlo, con una zona bar dove ci han fatte accomodare in attesa che si liberasse un tavolo. Saltato fuori dal cappello 'sto tavolo, in un Sabato sera che evidentemente prevedeva il tutto esaurito, il proprietario si è presentato, ci ha accompagnate al tavolo e si è scusato dell'attesa. 
Da romana, la prima cosa che ho pensato è stata "ma che davero?" Servizio dieci, belli miei! Qui partiamo proprio bene!
Invece.
Invece non è che siamo state male, perché è come per la piscina termale, mettici nel piatto anche le cavallette fritte (quelle delle sette piaghe, ovvio) e ti pare che io e la mia sister ci scomponiamo?
Ma il fatto è che... io c'avevo creduto... perché davvero, eravamo partite benissimo, l'antipasto poi, uno sformatino di pecorino alle tre consistenze, era davvero interessante e originale. Poi la pizza, con tre gusti differenti: (bufalina, scarola e alici, friarielli e salsiccia) e un impasto che si difendeva bene. In contemporanea però, la tagliata al rosmarino. Bella, un ottimo taglio di carne, cotta il giusto ma...tiepida. Cioè, diciamocelo, tu non puoi servirmi, su pietra ollare per giunta, una tagliata tiepida. 
Ora, vi dirò una cosa che forse non approverete: io non sono una che manda indietro i piatti, che fa fare modifiche, aggiunte, cambi di cottura et similia. Io sto zitta, mangio o lascio e poi valuto. 
E qui non ci andrò mai più. Perché tu, nel 2015, in un ristorante di Chianciano che lavora tanto che manco certi ristoranti a Roma, tu non puoi servirmi una tagliata tiepida. 
Semplice no?


Infine il dolce, con il quale abbiamo raschiato il fondo del barile: un tiramisù con i pavesini.
Ecco... io sono una permissiva, un'alternativa se vogliamo, posso anche dire di essere una foodblogger atipica e in molti ve lo potranno confermare ma su alcune cose sono talebana e una di queste è il tiramisù.
Il tiramisù di fa con uova, mascarpone, cacao amaro, caffè, zucchero e  s a v o i a r d i. Punto. 


Il giorno dopo, sveglia calma e direzione Montalcino, uno dei (pochi) paesi della zona che ancora non avevo visitato. A Roma abbiamo un modo di dire "quanno te dice culo" Ecco, a noi, a Montalcino, per la scelta della location del pranzo, c'ha detto proprio culo. Abbiamo trovato un'enoteca (Enoteca Les Barriques) dove mangiare un panino (lombo, pomodori secchi sottolio, pecorino fresco di Pienza) ben bilanciato nel sapore, classico esempio della semplicità fantastica che c'è nelle piccole cose e dove chiacchierare una mezz'ora amabilmente con la signora che lo gestiva, una bella persona, solare e innamorata del suo lavoro, che c'ha fatto sentire le benvenute.




 
Partite da lì, direzione Castello Banfi, uno splendido castello che sovrasta la tenuta, con ettari di vigneti, laghi e le rinomate cantine, dove acquistare la cioccolata con pasta di cacao al 100%, pensando a quanto sarà fiero di te il tuo amico Roberto, dove pranzare (volendo) con un menù che prevede dolci a 16 euro



e dove incappare in un simpatico gruppetto di arzilli toscani che giusto la mia sfacciataggine da maestrina incazzata poteva riuscire a domare per la foto ricordo richiesta.



Il week end è finito a Grosseto, con me che giocavo a erigere torri con le costruzioni di una quattrenne e col sopracitato camion in frontale che mi aspettava a casa. Ma questa sarebbe un'altra storia.






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