Di pancake e disillusioni
Nai - Cucino da vicino |
Da piccola i miei genitori preferivano non bevessi caffè ed alcolici, al massimo per le feste potevo assaggiare un sorso di spumante ma il caffè no, quello era vietato, bandito, il male sotto forma di liquido marrone profumatissimo (credo giustamente a causa degli effetti negativi della caffeina sul cuore di una ragazzina).
Ora, quando dico "da piccola" intendo...bé...fino a 16 anni. Ok qui vi farete una risata pensando "seeee e mica eri scema, sicuramente appena uscivi di casa ti andavi ad ubriacare con gli amici e poi cercavi di farti passare la sbornia a suon di caffè amari!" ehm.....no! Ma non nel senso "io sono ipocrita/bravissima ragazza/qui sul web col cavolo che vi racconto i fatti miei" no nel senso di "ai miei tempi queste cose non si facevano, e se i genitori ti dicevano di non bere caffè o alcolici perché ti facevano male tu semplicemente li ascoltavi". Dopo aver precisato di non avere 80 anni aggiungo che non vivendo nel paese dei balocchi è stato sicuramente tutto merito delle mie "amicizie e compagnie" se non ho quasi mai disubbidito a degli ordini così perentori dei miei (non vado oltre....babbo e mamma potrebbero leggere :-P ).
Ma ritorniamo ai miei vizi negati.
L'alcool non mi stuzzicava, come ho già detto sono stata astemia per tanti anni. Il caffè invece, col suo profumo inebriante, mi ha sempre affascinata. Per colpa del colore l'ho sempre associato alla cioccolata, quindi a qualcosa di divinamente gustoso. Quando però ho potuto bere caffè liberamente la delusione è stata cocente. Il gusto proprio non corrispondeva al sapore. E per convincermene ho dovuto provare: il caffè di mamma, il caffè del bar, il caffè della macchinetta espressa della mamma dell'amica, il caffè all'americana, il caffè zuccherato, molto zuccherato, non zuccherato ma niente, al mio palato il sapore cambiava di poco.
L'alcool non mi stuzzicava, come ho già detto sono stata astemia per tanti anni. Il caffè invece, col suo profumo inebriante, mi ha sempre affascinata. Per colpa del colore l'ho sempre associato alla cioccolata, quindi a qualcosa di divinamente gustoso. Quando però ho potuto bere caffè liberamente la delusione è stata cocente. Il gusto proprio non corrispondeva al sapore. E per convincermene ho dovuto provare: il caffè di mamma, il caffè del bar, il caffè della macchinetta espressa della mamma dell'amica, il caffè all'americana, il caffè zuccherato, molto zuccherato, non zuccherato ma niente, al mio palato il sapore cambiava di poco.
Ecco vi ho parlato della delusione post caffè perché un paio di settimane fa un mio follower @LuigiFattizzo di Sogni Rock, chiedendomi la ricetta del pancake, me l'ha fatta rivenire in mente.
Si perché negli ultimi anni ho provato la terza delusione del genere. Con i pancake.
Una passa una vita a vedere pile di pancake nei piatti dei protagonisti dei film-telefilm americani, montagne di pancake generosamente serviti con sciroppo d'acero, fragoline o topping al cioccolato e si crea un'immagine mentale del tipo: pancake=che buono che buono che buono!
Una passa una vita a vedere pile di pancake nei piatti dei protagonisti dei film-telefilm americani, montagne di pancake generosamente serviti con sciroppo d'acero, fragoline o topping al cioccolato e si crea un'immagine mentale del tipo: pancake=che buono che buono che buono!
Tutto ciò fino a 6-7 anni fa. Poi uno dei tanti pomeriggi di passaggio da Castroni (non siete di Roma? non avete idea di cosa sia Castroni? ne parlerò presto...) su una scaffale ti trovo il preparato per pancake! Sorpresa e curiosissima lo porto a casa e la mattina dopo per colazione pancake, sciroppo d'acero e....va bè....avete presente la faccenda del caffè...ecco...quando si dice "e la storia si ripete".
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