Ciao lettore...

Photo by Corey Blaz on Unsplash
Scriviamo in tanti
e tutti scriviamo per qualcuno.
Primo fra tutti scriviamo per noi stessi.
Siamo egocentrici: giornalisti, blogger, scrittori, giochiamo con le parole e questo gioco ci accomuna.
Facciamo male, facciamo giustizia, facciamo polemica. E facciamo innamorare.
Mi è successo.
Mi è successo di invidiare la persona di cui scrivevo per la bellezza che usciva e che - coi fatti - mi sembrava di non poter rispecchiare.
Mi è successo di essere amata per quello che scrivevo, per come lo facevo,
invocazioni di stima appassionata,
la riconoscibilità di una firma che emoziona e gratifica.
Mi è successo.
E' un'arma, scrivere è un'arma, come saper parlare,
è come usare una pistola che può ferire ma a differenza sua, scrivere può regalare anche emozioni.
Voglia, desiderio, disprezzo, dolore, lacrime e divertimento, scrivendo orchestriamo una rete e come un ragno ci camminiamo sopra, in attesa che la vittima ne sia vittima inconsapevole;
come un direttore d'orchestra dirigiamo i pensieri altrui, stimolandoli o soffocandoli.
Non sempre il pubblico si alza e applaude, spesse volte si alza prima della fine della sonata ma noi restiamo in ogni caso lì, con le spalle al mondo, a dirigere una vita che troppo spesso è un unico triste monologo.
"Ciao Lettore, pensaci,
ti scrivo per parlarti,
mi leggi per ascoltarmi,
i sensi si miscelano come un cocktail contemporaneo,
dove la linea retta della normalità viene sconquassata dalla velocità del vivere.
Un vivere sempre di corsa, un vivere troppo e alla leggera, un vivere che poi - forse - vivere vero non è.
Ma tu, Lettore, cosa sogni?
Quando sei nel letto, e senza accorgertene calano le tue palpebre sul giorno trascorso,
tu a cos'è che pensi?
Quando oramai la lucidità del programmare il domani, che dopo poco arriverà, va scemando sotto i colpi inflessibili del sonno,
dove vola la tua mente? quando la realtà inizia a mischiarsi con i sogni?
Quello è il momento delle priorità,
delle emozioni,
quello è il momento del cuore,
che se la comanda, si fa beffa del cervello stanco e prende il sopravvento.
In quel momento vorrei insinuarmi,
quando non puoi difendere la tua mente,
dalle mie parole - che leggi;
dalla mia voce - che ti parla.
Lettore leggimi."


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