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aprile 2012
Storie di Rollerblade e limonate
Ora, se la mia conoscenza in fatto di SEO non m'inganna usare la parola "limonata" come titolo di un post nel XXIesimo secolo dovrebbe far impennare le visite al blog per poi farle crollare quando tutti gli adolescenti che ci sono capitati leggeranno che si tratta proprio di limonate da bere. Touchè garçons!
Vi ho mai detto che io adoro correre? il fatto è che però non posso correre e per questo, oramai da tanto, faccio tutto quel che possa simulare la corsa: bici, camminata veloce e, new entry, ho riindossato, dopo 10 anni di latitanza, i Rollerblade (precisamente la mia specialità si chiama: pattinaggio su cotto, nel senso del cotto del portico dei miei).
Certo un portico per quanto grande non è una strada infinita da percorrere ma uno spazio sicuro da attraversare in lungo ed in largo in attesa di acquistare la sicurezza perduta nel tempo.
E la sicurezza è arrivata, poco a poco e i quarti d'ora si sono susseguiti in staffetta mista ed io ho capito finalmente cosa provano i criceti sulla ruota, scommetto che, se mi fossi guardata allo specchio, in quei momenti di pattinaggio solitario avrei rivisto in me la loro stessa espressione: tra il concentrato ed il beato!
E la sicurezza è arrivata, poco a poco e i quarti d'ora si sono susseguiti in staffetta mista ed io ho capito finalmente cosa provano i criceti sulla ruota, scommetto che, se mi fossi guardata allo specchio, in quei momenti di pattinaggio solitario avrei rivisto in me la loro stessa espressione: tra il concentrato ed il beato!
Dopo l'iniziale presa di confidenza col mezzo le sensazioni son state un'alternarsi tra "ammazza che figa che sono, sono il re del mondo" (e sappiamo tutti com'è finito quel film...) e il più razionale "ok ora attenta lì ci sono le scale e tu non hai più 17 anni (e sappiamo anche allora com'è finita, astragalo calcaneare in frantumi per una discesa dalle scale che manco li mejo parkouristi!)
Così la mia vera età ha avuto il sopravvento ed ho iniziato a guardarmi intorno ed ho contato circa 34 modi diversi di farmi del male ordinati poi per gradi di dolore che potevano benissimo andare dal "ahi mi son fatta un po' malino" al "Ehi capi sono tutta ingessata mi metto in malattia per 60 giorni sapete son caduta dai pattini...si a 36 anni...perché c'è mica un'età per farsi male!"
Comunque son soddisfatta, di progressi ne ho fatti anche se mi resta ancora un po' ostico il fermarmi, ho provato a farlo vicino ad un angolo e ho battuto, in sequenza: gomito, fianco e testa contro il muro. Così ho capito che quella no, quella era materia per un'altra lezione.
p.s. Vi allego qualche reazione dei miei familiari al mio ritorno al pattinaggio
madre: "ah ah ah, quelle cose falle fare ai ragazzini" mamma, a pochi giorni dal compleanno tanto valeva una coltellata!
padre: "se cadi mi sbecchi il cotto nuovo" (leggi: affetto paterno incontizionato ah e per inciso, da quando mi son comprata le protezioni mi chiama "Gig Robot d'Acciaio", ma la sicurezza si sa, vince su tutto, anche sugli sberleffi).
Menzione d'onore spetta al commento di un parente acquisito di cui non scriverò neanche le iniziali, per rispetto nei sui confronti: "per imparare a sciare devi venire in montagna" (!!??!!)
Ed ora la ricetta, si perchè dopo ogni ora di pattinata mi bevo una bella limonata fresca, a piccoli sorsi, fatta in casa of course!
Pop corn al caramello croccante
Avete presente quelle belle serate casalinghe in cui, dopo cena, siete li in casa davanti al televisore con un bel filmone da vedere? Ecco quelle serate che a me mancano da un po' perché a mala pena riesco a respirare ultimamente (e, giuro, non è una metafora)? Bé questi pop corn sono l'ideale completamento del quadretto ed io ve li post auto-augurandomi di poterli rimangiare presto!
Tonnarelli con crema di spinaci
Questo è uno di quei piatti che sono nelle mie corde, un piatto D.D.
Delizioso e Dietetico (visto che la crema è fatta solo di latte e spinaci).
Ed in questo periodo io, #foodbloggeradieta, cosa potrei desiderare di più?
E' il primo dei piatti presi dal libro L'Antichef ( di Letizia Nucciotti edizioni Stampa Alternativa) e provati così, quasi per caso e vista l'ottima ricetta e l'indice a dir poco stuzzicante vi assicuro che non sarà l'ultimo.
La storia di questo libro è strana, mi arrivò per posta nel Marzo 2005 ma scioccamente non mi colpì per il motivo più banale, non aveva neanche una foto al suo interno. Lo misi in libreria assieme a tanti altri e lo dimenticai. Un paio di anni dopo, ero ad Abbadia San Salvatore per realizzare un servizio fotografico ad un torneo calcistico e nell'albergo in cui ci avevano fatto alloggiare, poggiato distrattamente su un tavolino, trovai proprio l'Antichef, di proprietà dell'albergo, messo lì per libera fruizione dei clienti. Nonostante fosse un libro che narrava del popolo dell'Amiata mi stupì ritrovarlo in camera, era stato poggiato distrattamente o messo li per un karma ad entrambi sconosciuto? Non so e non ci crederei comunque, ma una cosa è certa, sento un legame particolare con questo libro. Nonostante in esso non ci sia neanche una fotografia.
Intervista ad un maggiordomo (part II)
Altro famoso telefilm ed altra immagine presa sempre da Google |
Eccoci per la seconda parte dell'intervista che mi ha gentilmente concesso G.P. maggiordomo da vent'anni che ha lavorato in alcune delle più ricche e prestigiose famiglie europee (io so i nomi ma non ve li dirò mai! Uah ah ah - risata diabolica, lasciatemela fare, mica sono una vera giornalista!)
Hai degli aneddoti da raccontare che svelino il lato “simpatico e stravagante” della vita che fai?
E’ difficile parlare di aneddoti o situazioni particolari senza associarli alla "persona", ci proverò!
Quando lavoravo in Costa Azzurra per un noto personaggio ricordo che tutti i lunedì si recava a Roma per poi rientrare il venerdì con il suo aereo privato. Grande estimatore di un marchio di mozzarella, non molto facile da trovare al nord. Un Venerdì rientra e mi chiede se posso recarmi con l'autista a fare un giro per supermercati (da Nizza fino a Ventimiglia) alla ricerca della mozzarella. Purtroppo questa benedetta mozzarella non si trovava ed io, rientrato alla villa, riferivo mestamente delle infruttuose ricerche; il Personaggio, un ingegnere, trasecolato mi diceva che l'indomani avrebbe avuto degli ospiti e che DOVEVA avere la sua mozzarella! So che potrà sembrati strano ma "loro" sono abituati ad avere quasi sempre ciò che vogliono. Senza perdersi d'animo mi diceva quindi di chiamare "Andrea" il pilota del suo aereo e di organizzare un volo a Ciampino per ritirare una cassetta delle famose mozzarelle. E fu così che dopo un po' di incredulità io ed Andrea partimmo per Roma dove un suo collaboratore si fece trovare ai piedi della scaletta con una cassetta di mozzarelle freschissime...
Altro episodio: Roma...la mia cara Roma, lavoravo in questa grande villa ai Parioli [uno dei quartieri extralusso della città n.d.b.], si stava organizzando la festa di Natale e il proprietario mi annuncia che voleva sbalordire il figlio di 6 anni e tutti gli ospiti annessi. La festa era suddivisa in due: una per bambini e i ragazzi nel pomeriggio e poi una serale per tutti gli adulti. Nel giardino vi erano varie animazioni e i bambini si stavano divertendo molto quando all'imbrunire s'è sentito il rumore di un elicottero che si avvicinava, un paio di giri sulla verticale della villa per poi posizionarsi in fermo volo sulla perpendicolare del giardino, credo ad una ventina di metri di altezza, e dal portellone è uscito un Babbo Natale imbracato che ha cominciato a scendere nel mezzo del giardino con il suo sacco di doni! Ti lascio immaginare i bambini, i ragazzi e anche gli adulti, tutti con il naso all'insù! Fu un vero successo (insieme allo spettacolo del mangia fuoco serale).
Ci sarebbe da scrivere ancora tanto, situazioni, personaggi, stranezze...avresti mai pensato che ci potesse essere una persona addetta a 5 cagnolini (e fino al qui, diciamo, niente di strano) ma che tra le sue mansioni ci fosse quella dello "spazzolino da denti" ad ogni cane con "bidet" incluso ogni mattino, prima di farli salire in camera del Signore?
Questo è un blog di cucina e quindi non si può non parlare di cibo: ci potresti svelare la dieta dei tuoi datori di lavori? Dubito che pranzino con un panino e via…
Il cibo? di norma in tutte le case che ho avuto il piacere di gestire si è sempre prediletta una cucina leggera e sana anche perché "loro" sono sempre a dieta. Ricordo un Signore che mangiava spessissimo semplici fette di petto di pollo alla piastra, bresaola o parmigiano. In genere comunque la pasta la si mangia raramente, il burro e vietato, verdure solo crude o lesse, carni bianche e vitella ma sempre in preparazioni leggere e poco condite; poi spigole, orate, aragosta e pochi altri crostacei. Pane integrale e gallette che arrivavano dalla Germania. Olio di oliva vergine. Molta frutta a bacche rosse, ananas. I dolci sono quasi banditi tranne il personaggio di Parigi a cui il suo cuoco personale (che lo segue in tutte le case che ha per il mondo) la sera a fine pasto come dessert gli preparava sempre una tortina (per esempio al ribes) con semifreddo allo stesso gusto da assaporare in contemporanea...ma questa e' un' altra storia!
Quando ci siamo conosciuti mi hai detto che a volte, per lavoro, ti capita anche di cucinare; che rapporto hai con i fornelli?
Gioco forza, devi saper fare un po' di tutto, anche per poterlo insegnare al personale che alcune volte non sa reggere una brocca d’acqua in mano, figurarsi un vassoio!
Puo' anche succedere che il cuoco non ci sia perchè malato...insomma devi sapertela cavare! Ad onor del vero, mi e' sempre piaciuto cucinare!
Come mai hai scelto un mestiere così particolare?
La scelta di questo lavoro e' stata casuale, praticamente me lo sono inventato. Più di 20 anni fa mi ritrovai ad un bivio e dovevo capire cosa fare della mia vita. Ho avuto per alcuni anni un laboratorio di artigianato artistico, poi mi trasferii a Roma in tutt'altro settore, poi ancora guardia particolare giurata ed alla fine, di ritorno a Roma, un giorno ricevetti la proposta di "maggiordomo" presso un’importante casa.
Accettai, un po' fingendo una dimestichezza che non possedevo, un po' attingendo alla nobile arte di arrangiarci che noi napoletani possediamo in abbondanza...iniziai a fare esperienza e da allora son passati più di 20 anni e nessun rimpianto; ho lavorato a Roma, a Milano, in Costa Azzurra, a Parigi (che esperienza quella di Parigi...in un Castello...bellissimo...dove avevo i cervi che mi venivano a trovare!), ancora in Costa Azzurra ed ora a Ginevra.
Caro G. svelaci l’ultimo segreto, cosa avresti fatto se non fossi diventato un maggiordomo?
Bella domanda, sicuramente qualche cosa dove poter esprimere il mio spirito artistico (ho svolto tutti studi artistici) dove anche la manualità avesse una sua importanza. Difficile vedermi in un ufficio anche se la vita a volte dispone diversamente…
Intervista ad un maggiordomo (part I)
Non credo serva dirvi chi è questo personaggio, photo ovviamente by Google |
Non posso negarlo, e magari nemmeno voi, la figura del maggiordomo in livrea a mani giunte con guanti bianchi, che scruta i presenti, che conosce tutti i segreti della casa in cui lavora - e che li conserva per mestiere - mi ha sempre incuriosita.
Dal French di "Tre nipoti e un maggiordomo", all'Alfred di "Batman" fino ai noti Geoffrey di "Willy il principe di Bel Air" passando per il Niles de "La tata" la figura del maggiordomo ha sempre incuriosito per quell'immagine di impeccabilità che gli si associa, per il suo sguardo severo sulla sciatteria del mondo, quel giudizio sempre presente ma puntualmente celato, un giudizio tanto silenzioso quanto intransigente verso chi gli è di fronte.
Quando, per caso, ho scoperto che un mio follower (G.P.) era un maggiordomo non ho potuto esimermi dal chiedergli un'intervista. Se poi intervista si può chiamare, dato che io non sono una giornalista, ma lui ha accettato comunque di buon grado (ed io, per questo, lo ringrazio ancora).
Ovviamente non ti chiederò dove e per chi lavori, ma puoi almeno darci qualche indizio?
Lavoro a Ginevra per una famiglia italiana che è nel ramo finanziario internazionale e curo le loro 4 residenze: Ginevra, Costa Azzurra, Colline Senesi e Gstaad.
Il mestiere del maggiordomo è stato spesso illustrato nel cinema come in tv. Cosa c’è di vero nella trasposizione filmica e cosa invece fa parte solo dei luoghi comuni?
In effetti sono molte le analogie con quello che si vede al cinema o in tv. Si diventa parte integrante della famiglia, custode e fiduciario. Nei 20 anni e più di questo lavoro ho visto e vissuto cose molto “singolari”! Ovviamente la prima dote di un maggiordomo (oggi chiamati house manager) e' la discrezione ed il sapersi rendere invisibili quando il caso lo richiede. La diplomazia e' un’altra dote importante così come la pazienza e la disponibilità, (dato che convivi 24 ore su 24 con la famiglia e parte del personale); Impensabile per esempio dire “non è possibile” a richieste che possono sembrare particolari e strambe!
Parlando della tua giornata lavorativa “tipo”, potresti spiegarci quali sono i tuoi compiti ed i compiti di un house manager in genere?
I miei compiti prevedono l'apertura della casa al mattino, il controllo dell'arrivo del personale (e che quest’ultimo sia in ordine), la supervisione dei vassoi delle prime colazioni e che sia tutto pronto all’orario prefissato per servire la colazione ai piani, inclusi i giornali del mattino. Successivamente, in base a dei turni settimanali che preparo, il personale comincia a rigovernare il piano di rappresentanza (saloni, terrazze, zona piscina ecc.) in attesa che le stanze del piano notte si liberino e possano essere rigovernate.In genere attendo l’uscita del Proprietario al mattino per salutare e ricevere novità.
Iniziano poi i miei giri di controllo delle varie zone, di come sono pulite e se occorre intervenire ulteriormente. Di seguito provvedo al rifornimento dei generi alimentari in base al menù che la sera prima abbiamo stilato con il cuoco (anche perché, ovviamente, non deve mai mancare nulla in casa...!)
Alle 12,30 c’è il pranzo per i dipendenti e, se ci riesco, mangio anch’io; dico questo perché potrei essere impegnato all'esterno con la Signora, con i vari manutentori che non mancano mai...non puoi capire quante cose da aggiustare, riparare o sostituire ci sono in una grande casa.
Di solito nel pomeriggio si prende un po' di riposo, per poi riprendere verso le 17,00 con la preparazione della casa per la sera: controllo delle camere da letto, controllo chiusura finestre e che alle ore 20,00 le suddette camere vengano "aperte" e abbiano le luci concordate accese.
Compito del maggiordomo e' anche scegliere il servizio dei piatti per la sera ed assicurarsi che la tavola sia apparecchiata per bene. Alcune volte mi diverte fare il servizio a tavola altrimenti sono nelle retrovie per coordinare ed interagire con il personale di servizio e la cucina. Normalmente il vino lo servo io perché, essendo sommelier, mi piace molto fare accostamenti, anche nuovi. Ovviamente, anche la cura della cantina fa parte delle responsabilità del maggiordomo.
Verso le 22,00 la giornata e' finita, il personale di turno stacca, tu rimani solo con la casa, controlli che tutto sia "ok" saluti i signori e ti ritiri!
Il lavoro è tanto ma naturalmente vi e' anche l'altro lato della medaglia: in genere vivi in bei posti, vivi di un benessere riflesso, viaggi intorno al mondo, parco auto di rilievo (ti faccio sorridere, ieri sono uscito di corsa con una Bentley per comprare 15 carciofi perché mancavano!), insomma non ci si annoia.
Vivi a stretto contatto con le dinamiche della famiglia per cui lavori: che rapporto hai con i tuoi datori di lavoro?
Come ti ho detto diventi il loro fiduciario, in effetti diventi tu il Proprietario della casa, loro sono fruitori dei servizi che riesci ad organizzare, ”dipendono da te”, se mi passi questo termine. Ovviamente devi saperti adeguare alle loro abitudini, al loro stile di vita. Per questo credo che non basti frequentare una scuola ad hoc, sei anche tu a dover crescere accumulando esperienze e questo perché ogni "famiglia" e' diversa dall'altra.
E con i tuoi “sottoposti” come sono i rapporti?
I rapporti con i “sottoposti” devono essere improntati alla chiarezza e al massimo rispetto tenendo presente che, ad esempio, lavorando con filippini, ecuadoregni, polacchi, peruviani, macedoni, portoghesi e francesi è tutt’altro che facile riuscir a far convivere gruppi così variegati. In te devono vedere un leader, una persona che sa infondere fiducia e che e' pronta ad aiutarli in qualsiasi momento. Ma, gioco forza, devono anche "temerti".
PER OGGI L'INTERVISTA TERMINA QUI, MA SE VOLETE CONOSCERE QUALCHE LATO STRAVAGANTE DEL MESTIERE DEL MAGGIORDOMO, ALTRI LAVORI PARTICOLARI CHE RUOTANO INTORNO A QUESTE RESIDENZE O LA DIETA DEI PADRONI DI CASA VI ASPETTO DOMANI QUI SUL BLOG PER LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA
Sogliola Dover al cartoccio
Oggi su Twitter ho lanciato un sondaggio per scegliere che ricetta postare; questo perchè la mia cena di ieri sera era consistita, oltre che nei tonnarelli alle ramoracce ripassate, in una sogliola Dover al cartoccio e delle fragole al lime (sono a dieta, le porzioni sono molto ridotte ma certo...non mi facciamo mancare niente!). Nel dubbio ho fatto scegliere ai miei followers e la scelta è ricaduta sulla sogliola e quindi: che Sogliola sia!
E' la seconda volta che preparo questo pesce al cartoccio, la prima è stata una scelta obbligata e come ripete sempre mia madre "ogni impedimento prendilo per giovamento"; Si perchè quella volta, il mio intento originario, era fare una semplice sogliola alla mugnaia ma alle otto di sera mi ero accorta che avevo comprato delle sogliole intere e non dei filetti ( ok....sono cose che capitano solo a me, lo ammetto) a quel punto panico, tenerezza e depressione.
Panico: "oddio ma questa ha le squame oddio mamma ma le squame come le tolgo!!!!"
Tenerezza: "oddio ha pure la pelle...ma...ma questa è la boccuccia...porella la boccuccia guarda che piccolina e l'occhietto...ah ma poverina..."
Depressione: "no, io stasera 'ste sogliole me le do in fronte!"
A quel punto ho fatto una cosa che tutte le donne italiane tra i 25 e i 40 farebbero ma che a me è suonata tanto strana. Ho telefonato a mamma.
Ora, mia mamma è piena di buone qualità, è un'artista, sa intrattenere chiunque ed in qualunque situazione ed, obiettivamente, fa amicizia con cani e porci ma....bè mia mamma non ama la cucina. A parte quei 10-20 piatti (che credo siano già tutti qui sul blog) il resto della cucina di mia madre punta alla mera sopravvivenza. Diciamo che la passione per la buona tavola, evidente nel resto della mia famiglia, credo sia una semplice reazione a lei, un tentativo che negli anni si è sviluppato in noi, del tipo "ok impariamo a cucinare altrimenti moriamo di fame".
Eppure mia mamma mi ha stupito perchè dopo aver ascoltato il problema m'ha suggerito la ricetta della Trota al cartoccio con i funghi (che è il suo 21esimo piatto e che non cucina più da 20 anni circa). A quel punto ho semplicemente sostituito la trota con la sogliola, eliminato i funghi trifolati (si perchè, vi voglio vedere a dividere in due una sogliola e a riempirla di funghi...) e il piatto era pronto.
Tempo di preparazione? due minuti netti.
Tempo di cottura? 20 minuti
Ho sporcato in tutto una pentola, la casa non puzzava assolutamente di pesce e in più è un piatto dietetico.
Vedi però a volte...mia mamma eh!
Funghi Pleus trifolati
Sottotitolo a questo post dovrebbe essere "perchè fare i champignon trifolati quando possiamo usare i Pleus?" Li ho mangiati più volte ma non li avevo ancora cucinati e da quando l'ho fatto è già la terza volta che li acquisto, sono a mio parere più saporiti e gustosi dei loro cugino Champignon ma risultano anche un po' più viscidi e magari non a tutti piace (per questo vi avverto prima)
Per ora li ho cucinati come contorno ma secondo me si prestano a mille varianti: tagliati fini fini con i tonnarelli all'uovo oppure sulla polenta in bianco ma questo...lo scopriremo solo provando...
Today is my Birthday (e presto cucinerò giapponese!)
Prima di scrivere questo post sono andata a ricercare cosa avessi scritto lo scorso anno, semplice: niente. Il blog era ancora nella fase "non lo dire a nessuno no no no!" quella fase che ancora oggi non mi spiego, e ad Aprile avevo scritto solo 2 post.
Ovviamente voi che leggete non penserete mica che io l'abbia scritto veramente oggi questo post? io faccio le differite, come i capodanni negli studi televisivi!
Magari ora, mentre voi state leggendo io sono a San Paolo fuori le Mura a godermi la sua bellezza, o al giardino degli Aranci (credo di essere l'unica romana a non esser mai stata al giardino degli aranci...) o magari al giardino botanico (che ho cercato invano per 3 anni di fila fino ad arrendermi: ammettiamolo il giardino botanico di Roma non esiste, è una favola che ti raccontano da bambina e poi quando cresci, vai al civico e, niente, la porta non c'è!)
Dovunque io sia andata una cosa è certa: a pranzo mi troverete in un ristorante giapponese a gustare un accenno di sushi accompagnato da quei piatti particolari e caldi che chi ama il giapponese non si fa mancare in tavola.
Tutto questo non lo scrivo per farmi fare gli auguri (ehm...) ma per dirvi che a Maggio farò un corso full immersion di cucina nipponica, in un famossissimo ristorante giapponese di Roma (il cui nome svelerò solo dopo) e che la cosa mi esalta alquanto, nonostante mi abbiano già detto che non potrò far foto, riprese, interviste, non potrò portarmia casa tutto il cucinato e non potrò campeggiare nelle loro cucine per carpirgli tutti i segreti (o al massimo rubargli una vaporiera x il riso).
Buona Pasqua
Oggi solo un post di auguri per tutti voi che mi seguite e che lo leggerete, vi saluto e vi do appuntamento qui sul blog a martedi, dopo i bagordi pasquali, su Twitter invece mi trovate sempre, oramai è la mia seconda casa :-)
Frutta essiccata farcita con Gorgonzola e Passito
Avete presente quelle ricettine facili e sfiziose? Si, praticamente il marchio di fabbrica di questo blog! Ecco questa è...l'ennesima, per arricchire il vostro antipasto pasquale (furba lei, causa dieta non ha postato l'uovo con nocciole fatto in casa e la pastiera di riso integrale ed ora cerca di rimediare così! ma noi mica siamo scemi! la seguiamo ma mica siamo scemi! - ok quando si parla in quarta persona forse è arrivato il momento di prendersi una pausa dal logorio della vita moderna LOL)
Gli agretti
Oggi presento, a chi non la conosce, una verdura sfiziosa e facile da cucinare. Gli agretti.
L'agretto è presente in natura sotto forma di mazzetti legati con un elastico e incelofanato in vaschette colorate. Lo si trova in questo periodo (e non solo) sui banchi delle frutterie dei grandi supermercati. Per catturarlo basta allungare una mano e metterlo nel carrello ma, e qui c'è un ma, bisogna aver la fortuna di imbattersi nella specie "già pulita". Se così non fosse vi porterete a casa, ignare, un branco di agretti sporchi e selvaggi.
Appena arrivate in cucina liberateli con cautela dall'elastico (ma fate attenzione, alcuni cercheranno di fuggire e rischiate di ritrovarvi agretti e terriccio in giro x casa) munitevi di un affilato coltello e (si si, lo so, qui il discorso si fa truculento ma, si sa, siamo degli onnivori e allora...) tagliate via la parte rosa/bianca che hanno ai loro piedi e magari anche qualche rametto più duro e spesso.
Gettateli in acqua fredda ormai quasi esanimi e lavateli. E' qui che l'agretto, con un colpo di coda, sferra il suo ultimo attacco: dopo aver tolto la terra che rende opaca l'acqua inizierete a vedere, ad ogni successivo lavaggio, piccole impurità sotto forma di filamenti di colore non-verde che nuotano imprigionate tra le "fronde" degli agretti. Ecco,vi avverto che potreste, al quinto lavaggio, pensare di desistere e buttare tutto al cesso al secchio ma vi dico di resistere non foss'altro per i millenni di evoluzione che vi hanno donato, a dispetto dell'agretto, la pazienza di pulirli.
Fatto ciò la ricetta è tutta in discesa. Bolliteli in acqua salata per pochissimi minuti (4-5) scolateli, conditeli semplicemente con olio e limone e godetevi il vostro meritato contorno.
p.s. avevo detto facili da cucinare, non da pulire...
Si, cari agretti, l'accostamento non è casuale!
Tartina carciofini e speck
Arriva il tempo delle grigliate, dei barbecue con gli amici, arriva Pasquetta e le domeniche passate al caldo sole primaverile (non foss'altro che oggi a Roma "pioviccica" ma va bé, non è mica Domenica!)
In accompagnamento a salsicce, braciole e quant'altro vi consiglio salse e tartine, crostini e bruschette. Come questa, per esempio.
Base di crostata con farina di riso
Oggi vi presento un esperimento fatto pochi giorni fa.
Io, che sono ancora alla ricerca della frolla perfetta (leggi: che piaccia sia a me che al mio compagno) avevo questo pacco di farina di riso da usare (leggi: "oddio scade a giugno e mo' che ci faccio!?); passava di li mio fratello (ed io giuro che tra un po' creerò un tag apposta per lui LOL) e mi ha dato un paio di idee: perché non provare a farci dei frollini e una base x crostata?
Vi parlo subito del risultato:
-se siete celiaci è ottima, con sopra la marmellata sembra QUASI di mangiare una frolla normale, sottile e croccante (un po' burrosa com'è giusto che sia una folla).
- se non siete celiaci ehm...potete anche chiudere la pagina e andarvi a fare una passeggiata.
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