Emanuè, mi fai un po' tristezza!

Screenshot dal cartone animato "C'era una volta Pollon"

Oggi vi racconto la storia di Emanuela, da me soprannominata "Emanuè"
Di lei ignoro tutto, l'età e la città di origine. 
Ignoro se Emanuela sia il suo vero nome, non conosco il suo cognome e nemmeno la sua professione.
Eppure "Emanuè" mi fa tristezza. Perché è il paradigma di quello che c'è di triste nel mondo del Web 2.0.
La tipa è sfortunata, questo è certo, perché se qui sul blog, novantanove volte su cento, scrivo ricette di cucina, lei è riuscita a commentare uno dei miei post che ho dedicato ad altro con queste parole:

"Sicuramente squisitissimo, complimenti sinceri!
Mi sono appena unita alle tue lettrici, mi farebbe davvero piacere se ti avessi anch'io tra le mie"

Tutto normale, direte voi, un apprezzamento sincero e spassionato; peccato che il post trattava sì di food e Co. ma non era affatto la presentazione di un piatto, men che mai di un piatto "squisitissimo". 
Povera "Emanuè", già ti vedo, a fare spam nei food blog, in ordine alfabetico; chissà forse eri stanca quando sei arrivata alla C di "Cucino da Vicino" ed è stata per certo la stanchezza a tradirti. T'immagino lì, intenta ad accaparrarti seguaci con un commento che è sempre identico e di cui si sente l'eco imbarazzato tra le pagine della rete.
Ma t'ha detto male, Emanuè, perché il solo fatto di commentare e poi chiedermi di seguirti non ha premiato la tua fatica, bensì mi ha convinta a denunciare questa pratica, un po' troppo sfruttata nel web
Ragazze che fate blogging come me, mi rivolgo a voi, seguite chi vi aggrada ma fatelo veramente e appassionatamente. Seguire significa leggere, spesso non avere il tempo per commentare come si vorrebbe, ma leggere e apprezzare il lavoro altrui. Che di mercificazione ce n'è già tanta in giro e il Mondo non ne ha ulteriore bisogno. E neanche voi, non credete? 

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